Passa ai contenuti principali

29 - 03 - 2025

Il televisore tenuto basso continua a martellargli le meningi con la storia delle elezioni presidenziali. Chiacchiera riguardo un tentativo di aggressione a qualche stronza che probabilmente se l'è pure cercata. Le vacche con la gonna stretta e i tacchi alti che scalano i gradini del potere a suon di lavoretti di bocca sotto le scrivanie gli sono sempre state antipatiche. Il cellulare sul tavolo vibra per la quarta volte e gli occhi stanchi lo inchiodano con la stessa furia con cui vorrebbe scagliarlo fuori dalla finestra. La testa pulsa, i resti rugginosi in gola di una serata che ha dimenticato dopo l'ultimo scambio di sms con Jody. 
 - Ha una figlia. Fuck me.
Si lamenta, facendo cigolare pesantemente la sedia su cui è appollaiato, in boxer e canottiera intento a litigare con la ciotola dei cereali. La casa è un macello, dovrebbe anche mettersi in animo di pulirla ma appena ci pensa gli sale alla mente la voce del vecchio che gli ricorda come quello sia lavoro da femmine. Sfiata, disturbato e scarica una risata frustrata e nervosa. Lascia il cucchiaio nella ciotola e si prende il cellulare, chiudendosi in bagno con la sigaretta. Siede sulla tazza e fissa il display combattuto. Racimola frammenti di lucidità ad ogni tirata di fumo e poi si decide a rispondere, con un piede puntellato sulla vasca scheggiata e l'altro che batte all'impazzata contro le piastrelle verdi del bagno padronale. 
 - Ehi.
 - Dove sei?
 - Che vuoi?
 - E' il compleanno di tuo figlio, hai intenzione di farti vedere?
 - Devo lavorare, Ann. 
 - Ma ti vuole vedere. Non puoi fare uno strappo almeno questa volta?
 - Potrei se tu la smettessi di starmi col fiato sul collo per qualche arretrato, Cristo santissimo.
 - Quei soldi ce li devi.
 - Yeah, well dato che non ho ancora imparato a cagarli, potresti anche ricordare a quella merda di tuo fratello di farmi sapere qualcosa per quel carico. 
 - Tu vieni al compleanno di Sawyer e gliene parli di persona. 
Gratta i polpastrelli contro la guancia, restando in silenzio per sentire il raschiare del respiro e della barba. Il nervosismo gli ha gonfiato le vene del collo, arrossato le orecchie che hanno preso a fischiare nemmeno l'avesse investito un'esplosione ravvicinata. 
 - Jade?
 - I'm here.
 - Ci vediamo alle otto, vedi di farti la barba. E prendigli la camaro gialla.
Chiude la telefonata passandosi la mano tra le onde rese dorate dai riflessi della lampadina ad incandescenza che ancora penzola senza alcun lampadario dal soffitto scrostato. Le dita ruvide e callose raschiano la barba troppo lunga e mal tenuta, cercando la pelle al di sotto. Sospira, alzando lo sguardo nell'implorare un po' di pazienza da Dio, quella che gli è sempre mancata. La stretta della mancina attorno al cellulare è ferma, talmente tanto che le nocche sono sbiancate e c'è un tremore evidente che gli coinvolge tutta la spalla. Ingoia frustrazione e nervosismo ma cede, come il perdente che è. Cede sotto il peso delle debolezze. Si fissa nello specchio, affila un sorriso arcigno poco prima di sospirare.
 - Mi ci sputo in faccia da solo, tranquilla.

Post popolari in questo blog

14 - 04 - 2025

Ha perso il conto delle docili testate che ha tirato alla parete della doccia di Noah . Le braccia abbandonate lungo i fianchi e gli occhi stretti. Conta i rintocchi, in numero preciso di neuroni che ammazza ogni volta che fa impattare la fronte ampia e contratta contro le piastrelle. I sanitari neri sembrano ricordargli qualcosa di alieno, lucido e privo di volto che gli getta addosso un senso di mostruosa incertezza. Di cose, in vita propria, ne ha viste, ma quella supera ogni sua immaginazione. E nel pensare ha perso il conto. Pianta i palmi delle mani contro la parete, ferma il flusso d'acqua nemmeno troppo calda e si lascia scorrere addosso il peso di una nottata da dimenticare. La voce della donna nella propria testa, il sorriso d'oro del pappone - Dio Signore perchè non glieli ho fatti saltare tutti quei dannati denti? - e poi il frullo delle ali, il mostro dal cranio oblungo di cui non sa nulla e che non ha mai visto pur essendo incastrato tra i suoi peggiori incubi t...

02 - 04 - 2025

Quando suona la sveglia allunga una manata al comodino per spedire il cellulare a soffocare i propri lamenti in mezzo ad una pila di vestiti buttati a caso per terra. Gli ci vuole una buona manciata di minuti per capire che la gamba cell'ha ancora attaccata all'anca e che quella che sta tastando oltre le lenzuola non è la sua. Districarsi dal nodo aggrovigliato di lenzuola e arti umani scatena un mugugno femminile che gli spedisce un brivido inquieto lungo la schiena. Si blocca, per lunghi istanti andando a sollevare il lembo del lenzuolo e sbirciare il viso della ragazza che occupa lo spazio accanto a lui. Ha un vuoto, totale. Il nome sulla punta della lingua che non vuole e non può rievocare. La nebbia dell'alcol gli chiude le tempie in una morsa bollente. Oggi è domenica. Non una come le altre. Scrolla il capo, passando le dita a pettinare indietro le onde appiccicaticce di sudore, di fatica. L'odore di sesso gli punge le narici, spedendolo ad aprire la finestra con...

07 - 04 - 2025

Torce la spalla cercando di specchiare la schiena nel riquadro stretto del cesso incastrato in fondo all'hangar. I graffi li sente pulsare caldi sulla scapola sinistra. Storce le labbra e apre il flusso d'acqua freddo. Si lava in fretta le mani, sfregando i palmi zuppi contro la faccia, bagnandosi i capelli per poi usare la maglietta come asciugamano, visto che quelli di carta non servono a niente. Abbottona i jeans, chiude la cinta dandosi una rassettata. Sbarbato per bene - per esigenza - recupera la camicia a righe blu, appoggiandosi con la spalla contro la parete scrostata per avere più luce per potersi abbottonare. Respira lentamente, denso, passandosi la mano sulla faccia un'altra volta ancora. Attorno le tempie continua ad aleggiare il profumo dolciastro di Miranda , impregna ogni centimetro di pelle lasciandolo intontito e abbattuto. Gli ci vogliono almeno dieci minuti per uscire e ritrovare la luce che rimbalza sull'asfalto lucido e lo colpisce direttamente in...